Brano: Partigiano
Assai diverso fu il carattere della guerra partigiana in Italia, delle cui tensioni interne si è fatto cenno. Scorrendo i numeri della rivista La nostra lotta/Organo del Partito comunista italiano, si pud rilevare all’inizio un atteggiamento di netta ripulsa del governo Badoglio, legalmente costituito nel l’Italia del Sud appena liberata: « Il miglior servizio che Badoglio e i suoi possano rendere alla causa della Liberazione Nazionale è di lasciare il posto di comando alle forze e agli uomini nuovi che hanno dimostrato, in queste settimane, di volere e di sapere effettivamente battersi per la libertà e l’indipendenza della Patria. Un tale gesto concorrerebbe veramente a potenziare la lotta contro i tedeschi, moito più che la costituzione di un nuo[...]
[...]ta contro i tedeschi, moito più che la costituzione di un nuovo governo, messo su con i residui del vecchio governo Badoglio, che ha fatto così grave e pietoso fallimento.
Non è questa, che noi poniamo, una meschina pretesa di procaccianti e di aspiranti a posti ministeriali o a cariche pubbliche.
I comunisti non hanno mai aspirato e non aspirano a portafogli >». (// governo Badoglio non può dirigere la lotta di liberazione nazionale, da « La nostra lotta ». n. 1 dell'ottobre 1943).
Lo stesso orientamento, inquadrato però nella formula di un futuro governo dei C.L.N., persiste almeno fino al giugno 1944 e la rivista afferma: « Già oggi nei C.d.t.N., nei Comitati di fabbrica e di villaggio, nel Fronte della Gioventù, nei Gruppi di difesa della Donna si stanno formando degli organismi; ad essi, riuniti intorno al Governo democratico nazionale, andrà il potere nel giorno della vittoria, secondo l’annuncio dato per radio dal Capo del nostro Partito [Togliatti] ». (Da « La nostra lotta », Anno II, n. 10 del giugno 1944, pag. 13).
Ma segue, po[...]
[...]lla formula di un futuro governo dei C.L.N., persiste almeno fino al giugno 1944 e la rivista afferma: « Già oggi nei C.d.t.N., nei Comitati di fabbrica e di villaggio, nel Fronte della Gioventù, nei Gruppi di difesa della Donna si stanno formando degli organismi; ad essi, riuniti intorno al Governo democratico nazionale, andrà il potere nel giorno della vittoria, secondo l’annuncio dato per radio dal Capo del nostro Partito [Togliatti] ». (Da « La nostra lotta », Anno II, n. 10 del giugno 1944, pag. 13).
Ma segue, poche settimane dopo, una energica precisazione personalmente firmata il 6 giugno da Ercoli (Togliatti), sbarcato a Napoli nel febbraio 1944 e dall’aprile entrato a far parte appunto del governo Badoglio, la quale al punto 3) chiarisce le cose: « Ricordarsi sempre che l’insurrezione che noi vogliamo non ha lo scopo di imporre trasformazioni sociali e politiche in senso socialista o comunista, ma ha come scopo la liberazione nazionale e la distruzione del fascismo. Tutti gli altri problemi verranno risolti dal popolo, domani, una volta [...]
[...] che noi vogliamo non ha lo scopo di imporre trasformazioni sociali e politiche in senso socialista o comunista, ma ha come scopo la liberazione nazionale e la distruzione del fascismo. Tutti gli altri problemi verranno risolti dal popolo, domani, una volta liberata l’Italia tutta, attraverso una libera consultazione popolare e la elezione di una Assemblea costituente ». (Istruzioni per tutti i compagni e per tutte le formazioni di partito, da « La nostra lotta », Anno II, n. 13 del 5.8.1944, pag. 15).
Va in ogni modo ribadito che, pur nella prospettiva della presa del potere (come quella che si ponevano i comunisti cinesi), la formazione partigiana mantiene il suo carattere transitorio: se i partigiani vogliono portare la lotta fino alle ultime conseguenze, devono « trasformarsi gradualmente in esercito regolare ». Si fissa un limite alla funzione del partigiano, ai di là del quale il suo ruolo cessa.
II prestigio e la popolarità che i partigiani si sono acquisiti durante
Manifesto stampato dalla Federazione comunista di Milano, ma ritirat[...]